Io ho un sogno: che si possa vivere un’esperienza come questa e chiamarla videogioco senza scatenare disappunto da chicchessia; che si possa fare a meno di quella bavetta ludica che ingrassa solo il contatore delle ore e che il mio tempo, tutto il mio tempo, sia impiegato per dirmi qualcosa e non per far contenti quelli che non hanno voglia di ascoltare.
Senua's Saga: Hellblade II è un videogioco di nicchia, pensato per pochi e adatto a pochi, di quelli tristi e disperati che vedi in fondo al cestone di Steam senza neanche la forza di reclamare un po’ di attenzione. Ma è ricco, è bello, e sembra meno triste e meno disperato da lontano, è capace di affascinare persone per cui non è adatto che lo odieranno anche se si ostina a strizzar loro l’occhio.
Senua's Saga: Hellblade II è un viaggio, breve ma intenso, nella disperazione e nella pazzia della sua protagonista, perfetto nel mettere in scena il fastidio e la complessità di una mente terremotata. Come il primo, più del primo, riesce perfettamente nel suo intento narrativo, ma purtroppo questo non può bastare, non oggi. Vuole anche essere gioco, perché si deve, e ne diventa una parodia con le sue rune da guardare attentamente e le sue pallocche da portare in giro per la mappa. Tempo perso, tempo sprecato, compromessi che niente aggiungono a quanto sa fare meglio e che, anzi, annacquano quella spinta emotiva che è potente e feroce a tratti.
Qualcuno vorrà combattimenti migliori, qualcuno chiederà enigmi più stimolanti, io chiedo che venga tutto spazzato via per lasciare che ognuno faccia il suo sporco lavoro, forse con ancora più senso in un Pass che può permettersi il lusso di non ingozzare allo sfinimento i suoi giocatori. Io sogno un giorno in cui Hellblade 2 possa essere Hellblade 2 e solo quello.
Vito’s Vote: 7
Sono a metà ma direi che concordo, le parti meno riuscite sono quelle più classicamente da videogioco
Pienamente d'accordo.