Avete presente quella roba del risultato finale che è meglio della somma delle singole parti? Di solito è solo un modo per giustificare quanto siamo in grado di nasconderci le storture di un prodotto, stavolta pure.
Pacific Drive è un gioco tutto sbagliato: noioso, ripetitivo, spiegato male. Il giocatore viene schiacciato da informazioni che non è in grado di capire, da un’interfaccia inutilmente ricca di cazzilli panati incomprensibili e da un sistema di controllo poco immediato e anti intuitivo. Eppure sticazzi.
Quello che resta, sin dalle prime escursioni a bordo di questa auto sgangherata, è un’atmosfera da incorniciare, una sensazione di schiacciante pericolo che travalica la sostanza del gioco (i pericoli non sono mai davvero feroci) e che ti impedisce di vivere con serenità l’esperienza di puro farming raccogliereccio che è, nei fatti, Pacific Drive.
Sulle cose che succedono, e ne succedono, non posso entrare nei dettagli. Vuoi per la presenza del solo inglese, vuoi per la pessima abitudine di parlarmi (in quella lingua) mentre ero in tutte altre faccende affaccendato. Roba di scienziati e di esperimenti andati a male, dovessi scommettere, ma con quel pizzico di dramma e umanità che fatichi a lasciarti alle spalle.
Pacific Drive l’ho odiato, sopportato e infine amato. Dopo quasi dodici ore perso nel tentativo di distinguerne il dritto dal rovescio, smanettando un filino con le sue ottime opzioni di accessibilità, ho visto altro oltre quell’atmosfera, quella paura. Ho cominciato a rispettare le sue regole, ad accettarle almeno, e a intravedere la fine della strada.
Non lo consiglierei al mio peggior nemico, ma dovreste giocarlo tutti.
Vito’s Vote: 8
Sentimenti contrastanti, combattuti.
Sembri un po' un marito vessato! Cmq apprezzo questo recensioni dalle infinite sfumature piuttosto che estremiste come va di moda da un po' suo social.
Ps non mi hai convinto cmq. Lo proverò in sconto o abbonamento