Persona 3 Reload
A volte non si tratta di gioco. A volte un miliardo delle mie ore servono più per costruire qualcosa, mattone dopo mattone, per darmi la certezza che sia servita fatica e che io sia migliore di come ero all’inizio. Quello non puoi farlo in fretta.
Persona 3 Reload è la versione senza frusta e lattex di un jrpg intransigente e punitivo. Tutta la versione è il tentativo di rendere l’esperienza originale meno sfiancante, rognosa e infame. Ci riesce, senza dubbio, lasciando poco della sfida che mi immagino ci fosse in origine, ma non sarò certo io a lamentarmene.
Quella che rimane è un’impresa faticosa e logorante, ripetitiva fino allo sfinimento pure, ma che fortifica ogni rapporto giorno dopo giorno, demolisce barriere e accumula ricordi preziosi. Quelli restano, non le millemila battaglie nel Tartaro tutto uguale, ma la sensazione di averlo fatto con gli altri e per gli altri, non da solo e con un pad in mano. Questo è Persona, piaccia o meno, qualche volta sembra parlare a te e a te soltanto.
Si può snellire qualcosa, ne sono sicuro, ho avvertito un po’ di stanchezza pur amandolo alla follia, funzionerebbe lo stesso, ma forse è anche grazie a quella stessa stanchezza se il finale mi è sembrato così perfetto. A volte non si tratta di gioco, si tratta di farti a pezzi, e quello non puoi farlo in fretta.
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